M42 – Grande nebulosa di Orione – comparazione con filtri interferenziali

La Nebulosa di Orione (nota anche come M 42) è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Chiaramente riconoscibile ad occhio nudo come un oggetto di natura non stellare, è posta a sud del famoso asterismo della Cintura di Orione, al centro della cosiddetta Spada di Orione; è visibile ad occhio nudo anche dalle aree urbane, in cui è forte l’inquinamento luminoso; appare come una “stella” un po’ nebulosa al centro della spada di Orione, un asterismo composto da tre stelle disposte in senso nord-sud, visibile poco a sud della Cintura di Orione. Tale caratteristica nebulosità è ben accentuata vista attraverso binocoli o telescopi amatoriali.

La nebulosa si trova in una regione centrale del complesso e contiene un giovanissimo ammasso aperto, noto come Trapezio a causa della disposizione delle sue stelle principali; due di queste possono essere risolte nelle loro componenti binarie nelle notti propizie.
Il Trapezio potrebbe essere parte del grande Ammasso della Nebulosa di Orione, un’associazione di circa 2000 stelle con un diametro di 20 anni luce. Fino a due milioni di anni fa questo ammasso potrebbe aver ospitato quelle che ora sono note come le stelle fuggitive, ossia AE Aurigae, 53 Arietis e μ Columbae, le quali si dirigono in direzioni opposte all’ammasso con una velocità superiore ai 100 km/s.

La Nebulosa di Orione è un esempio di “fornace” in cui le stelle prendono vita; varie osservazioni hanno infatti rilevato all’interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo.

Recenti osservazioni col Telescopio Spaziale Hubble hanno scoperto un numero così elevato di dischi protoplanetari, che al giorno d’oggi la gran parte di quelli conosciuti sono stati osservati entro questa nebulosa.
Il telescopio Hubble ha infatti rilevato più di 150 dischi protoplanetari, che sono considerati come lo stadio primario dell’evoluzione dei sistemi planetari. Questi dati sono utilizzati come evidenza che ogni sistema planetario ha origini simili in tutto l’Universo.
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L’immagine è realizzata tramite l’utilizzo di filtri interferenziali SII, Hα e OIII utilizzando due differenti mappature: la già vista Hubble Palette (S2-Hα-OIII) e la CFHT Palette che “mappa” come RGB le riprese Hα-OIII-OIII (l’OIII viene quindi utilizzato due volte).

In basso vengono anche riportate le singole riprese monocromatiche effettuate con i 3 filtri in modo da evidenziare le differenze.
A differenza della maggior parte degli oggetti nebulari, dove la componente di Hα è predominante (non dimentichiamo che l’idrogeno, essendo l’atomo più semplice, costituisce circa il 90% della materia ordinaria dell’universo), ha una fortissima presenza anche delle altre due emissioni.

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